Una nuova avventura per le due società
E' del 25 aprile scorso l'annuncio sui social da parte della Young Goose Academy di Egna dell'inizio di un nuovo viaggio con la Accademia del Ghiaccio di San Donato Milanese in unità di intenti per quella che vorrà essere una nuova realtà del panorama italiano del pattinaggio di figura sul ghiaccio.
Nicoletta Ingusci, presidente della YGA, descriveva sul suo profilo Instagram l'entusiasmo per quella che considera una novità in Italia e l'immagine della stretta di mano con il presidente dell'AdG Alberto Arnoldi a sancire l'intesa
da Instagram
E' di oggi, 10 maggio, un nuovo comunicato "social" della dirigente bolzanina con lo slogan "Due presidenti, una sola missione", che vuole sottolineare lo scopo del nuovo progetto
"Il benessere degli atleti"
"Abbattere le frontiere della competizione tra club..."
"Il vero interesse dev'essere focalizzato sulla crescita (...) degli atleti e non sugli interessi personali ed economici dei club"
sono le frasi riportate.
Sempre secondo Ingusci
"Insieme per proporre il cambiamento"
A farle da eco è Gabriele Frangipani, che a sua volta saluta i fans dalla sua "nuova casa".
da Instagram
Che in casa YGA stesse succedendo qualcosa era nell'aria già da tempo, da quando il pupillo della WürthArena Daniel Grassl, ha deciso di prendere armi e bagagli e partire per Boston, per poi tornare e tentare la strada di Mosca con Eteri Tutberidze. Financo alla partenza di Lorenzo Magri, che in questi giorni dai social fa sapere di essere impegnato in Polonia. La dirigenza, quindi, ha deciso di intraprendere questa nuova strada.
Quanto scritto da Ingusci, però, mette l'accento su un tema per il quale una riflessione che vada oltre gli slogan estemporanei bisognerebbe farla.
Il pattinaggio di figura in Italia non ha il seguito di altre pratiche sportive e, va da sé, il peso specifico che ha in sede CONI non può certamente competere alla pari di altri sport. A questo si aggiunga che, da quando è uscita dalla scena agonistica Carolina Kostner, la disciplina al femminile fatica non poco. Basti pensare che alle ultime Olimpiadi di Pechino l'Italia non ha portato atlete in gara nel singolare.
Senza andare fino in Cina, agli ultimi Campionati Italiani Assoluti del dicembre scorso a Brunico, tra i senior la finale femminile è stata disputata da sette atlete, quella maschile da sei, le coppie di artistico erano sette di cui una ritirata e quattro coppie di danza. In tutto, trentacinque giovani che dovrebbero tenere in piedi il movimento nazionale di questo sport. Se ci aggiungiamo le categorie Junior, non si arriva a cento. E' sufficiente a mantenere il movimento?
Pare ovvio che il tutto è mantenuto in piedi dal sottobosco di ragazzine e ragazzini che popolano e calcano le piste nelle categorie inferiori, da amatori e intersociali in su e sui quali le società fondano il proprio sostentamento. Società sportive che diventano sempre più "aziende" alle prese con i conti da far quadrare, esattamente come qualsiasi altra attività commerciale. Questo le ha portate, probabilmente, a perseguire quello che denuncia Ingusci "... interessi economici dei club...".
Altra necessità evidenziata dalla dirigente bolzanina è quello di tutelare il benessere del pattinatore.
Non sappiamo se abbia ragione o torto, ma per chi vive questo mondo, spesso sembra che pattinatrici e pattinatori non siano al centro dell'interesse generale, non siano le vere "stelle" di questo sport. La carriera di una pattinatrice o di un pattinatore, ha una durata il più delle volte molto breve: passano spesso come meteore e smettono di pattinare rapidamente tanto quanto velocemente hanno iniziato. Rimangono, invece, allenatori e coreografi (che da anni ormai hanno smesso di essere "volontari" che insegnano sport nel "dopolavoro") che si sono visti passare davanti decine di ragazzini petulanti i quali, dopo anni di lavoro e fatica, improvvisamente smettono di pattinare lasciandoli con un pugno di mosche.
E' probabile che, di fronte a una tale situazione l'atteggiamento dei club diventi conservativo e il lavoro che svolgono è tutto auto referenziale, teso a mantenere il proprio status quo e che l'effettivo benessere dell'atleta venga messo in secondo piano. E' probabilmente a questo che Ingusci fa riferimento e contro questo propone l'iniziativa della cooperazione YGA/AdG come alternativa.
Restiamo comunque alla finestra per vedere gli sviluppi di questo progetto.
Skatingscore.it