Estratto di una lunga intervista a Lorenzo Magri rilasciata a Ekaterina Efimova per championat.com, subito dopo il Grand Prix di Torino
Sugli ultimi successi
Siamo molto contenti della medaglia al Gran Premio d'Italia. La prestazione di Daniel non è stata perfetta, ma è riuscito a superare la tensione.
Tutto questo è solo preparazione, perché l'obiettivo principale è arrivare alle Olimpiadi nella miglior forma possibile.
Questo è un processo di apprendimento continuo, ad ogni competizione acquisiamo esperienza e poi lavoriamo.
Daniel ha un potenziale altissimo e l'opportunità di ottenere un ottimo risultato a Pechino, per poi raggiungere l'apice della sua carriera alle prossime Olimpiadi, che saranno in Italia nel 2026.
Questo è il nostro obiettivo. Vogliamo essere lì, pronti a vincere. Questo non significa che vinceremo, ma dobbiamo avere tutto il necessario per farlo.
Sulla programmazione della stagione
Innanzitutto la Nazionale Italiana. Daniel parteciperà alle Universiadi di Lucerna. Cercheremo di portare a casa il risultato, e poi gli Europei. Per le Olimpiadi bisognerà pensare bene a tutto affinché Grassl e Matteo Rizzo ci arrivino al massimo.
Sul suo percorso professionale
La tradizione italiana nel pattinaggio artistico non è come quella russa. All'inizio lavoravo da solo. Con il tempo sono cresciuto e ho iniziato a circondarmi dei migliori specialisti.
Vengo dal mondo delle rotelle, resomi conto che non sarei mai diventato un campione come atleta, ho iniziato a studiare e a formarmi come allenatore.
La mia più grande vittoria è che miti viventi come Mishin e Orser mi riconoscono come loro collega.
Io sono cresciuto a Bologna, dove il pattinaggio su ghiaccio è praticamente inesistente.
Pattinavo a rotelle sognando di scivolare sul ghiaccio. Sono riuscito a farlo solo quando ho frequentato Architettura all'università a Milano.
Il mio obiettivo non è obbligatoriamente quello di vincere, ma cercare la collaborazione di chiunque possa contribuire a migliorarmi.
Alle competizioni incontro Eteri, Brian e Alexei e ascolto i loro consigli. Guardo cosa fanno sul ghiaccio i nostri avversari, mi riguardo i video delle esibizioni.
Bisogna essere sempre consapevoli di ciò che ci accade intorno.
Sulla scuola russa
Angelina Turenko è entrata a far parte della Young Goose Academy, è un potente rinforzo e ne sono molto felice.
E' una professionista attenta e con voglia di crescere. Portatrice della tecnica e del punto di vista vittoriosi di stampo russo.
Sono un fan di tutte le pattinatrici russe, ma adoro Elizaveta Tuktamisheva. Forse non è la prima della classe dal punto di vista tecnico, ma sta facendo qualcosa di straordinario. Per me è la numero uno.
Le altre sono ragazze giovani, bravissime tecnicamente e grandi lavoratrici, ma mancano di anima. Non riesco a dire "wow" dopo un loro programma; non ne esco mai commosso.
Carolina Kostner, Ashley Wagner, Michelle Kwan o Sasha Cohen avevano un carisma che oggi queste ragazze non hanno. Sono troppo giovani e non ancora in grado di esprimere appieno le emozioni nei programmi. Spero per loro che possano esibirsi anche quando saranno adulte.
Lo spero soprattutto per il pattinaggio artistico.
Carriere troppo brevi, anche se con successi, impediscono di creare il "mito" intorno all'atleta. Un pattinatore che ha una storia lunga diventa il traino per le nuove generazioni. Diventa un idolo.
Un pattinatore è come il vino: migliora con l'età. Se una ragazza lascia presto, non ha tempo di maturare.
Rispetto davvero Eteri Tutberidze e Svetlana Panova, ma mi piacerebbe poter vedere queste ragazze pattinare ancora per qualche anno.
Da quel che si vede da fuori sembra che in Russia l'importante sia portare a casa le medaglie; non importa chi sia a vincerle.
I ragazzi, invece, raggiungono l'apice un po' più tardi. Kolyada ha un'ottima base tecnica e si muove magnificamente, anche se è ancora un po' troppo lento. Ha margini di miglioramento e speriamo che possa avere una carriera lunga.
Da quando lavoro con Daniel, ogni anno c'è stato un pattinatore più forte di lui, che però scompariva l'anno dopo, lasciando il pattinaggio oppure passando alle coppie.
I pattinatori e le pattinatrici russe si infortunano spesso e seriamente proprio per il modo in cui vengono allenati.
Il sistema russo, purtroppo, a volte distrugge questi talenti.
Sugli obiettivi olimpici
Nelle ultime due edizioni, alle Olimpiadi l'Italia ha ottenuto il quarto posto nella gara a squadre.
Oggi ci manca un riferimento femminile forte, mentre allora avevamo Carolina Kostner e Valentina Marchei. Tra le coppie Della Monica e Guarise cominciano a sentire l'età.
Combatteremo anche se sarà difficile.
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