Intervista a Jari Kessler, tra pattinaggio, lavoro e sogni per il futuro
Il campione nazionale croato alla corte di Lorenzo Magri, dalle rive del lago Smeraldo a Fondo (TN), ci ha raccontato della sua ultima stagione e degli auspici per il futuro.
Jari, forse ci siamo messi alle spalle la stagione della pandemia che tanto ha tolto anche al pattinaggio. Come l'hai vissuta?
J.K.: È stato duro passare così tanto tempo fuori dal ghiaccio per lock down e limitazioni varie, però per me è stato anche utile per capire cosa voglio fare veramente e quali sono i miei obiettivi futuri. Non si è potuto gareggiare molto, ma sono sicuro che l’anno prossimo sarà diverso e riusciremo a recuperare.
Quest'anno hai ottenuto un dodicesimo posto in Olanda, il primo posto a Dortmund e il settimo a Budapest. Ti puoi ritenere soddisfatto?
J.K.: Non sono soddisfatto al 100%, però devo dire che non è andata troppo male. Certo, gli errori ci sono stati e le cose da migliorare ci sono e ci saranno sempre, però posso ritenermi abbastanza soddisfatto. Budapest è stata un po’ una prova, perché era la prima gara internazionale sotto bandiera croata. Ero agitato e non è andata proprio come volevo. Ho poi recuperato con la gara di Dortmund, che mi ha dato molta fiducia per il mio futuro.
Com'è nata la tua passione per il pattinaggio di figura?
J.K.: Inizialmente giocavo a hockey sul laghetto davanti a casa mia, sono poi entrato nella squadra giovanile del mio paese, ma ben presto ho capito che non era lo sport adatto a me e quindi ho seguito mia sorella nel pattinaggio artistico.
Quando non ti alleni lavori nell'attività di famiglia. Come riesci a conciliare le cose? E come trascorri il tuo tempo libero?
J.K.: Non rimane molto tempo libero, soprattutto nei mesi estivi. Ho un orario molto pieno tra allenamenti, lavoro e studio.
Ti alleni con la Young Goose Academy, dove si allenano anche Matteo Rizzo, il campione italiano assoluto Daniel Grassl, il campione italiano junior Gabriele Frangipani e la campionessa italiana junior Anna Pezzetta. Sono atleti di calibro importante con cui dividere la pista. Quanto aggiunge ai tuoi stimoli avere compagni di allenamento di questo livello?
J.K.: Posso solo dire che è una gran fortuna poter dividere la pista con dei ragazzi fortissimi e che mi danno molti stimoli per migliorare ogni giorno.
Alcune coreografie dei tuoi programmi sono curate nientemeno che da Benoit Richaud, coreografo tra i più noti al mondo, anche per la severità maniacale che mette nel suo lavoro. Le tue doti peculiari sono l'eleganza sul ghiaccio e la capacità interpretativa. C'è mai stato un momento in cui hai pensato di non riuscire a mettere in pista una sua coreo?
J.K.: Beh quando inizio una nuova coreografia con Benoit ci metto sempre un po’ ad ingranare tutti i movimenti, però con molto ripasso e allenamento ce l’ho sempre fatta.
C'è qualcosa a cui non rinunci mai prima di una gara? Un gesto, un rito, o altro?
J.K.: Sicuramente molto riposo e meditazione. Non ho una sequenza di azioni o movimenti che faccio prima di entrare. Per me la cosa più importante è avere il tempo necessario per il riscaldamento. Se sono in ritardo e non riesco a riscaldarmi con calma, poi in gara mi agito.
Tu sei un classe 1996, quindi sei sui pattini da parecchio tempo. Com'è cambiato il pattinaggio di figura da quando hai cominciato?
J.K.: Sicuramente negli ultimi anni il pattinaggio tecnico è cresciuto moltissimo: ormai se non hai almeno due quadrupli in programma sei praticamente fuori dai primi 10 al mondo e tra qualche anno penso succederà lo stesso anche per le ragazze. È stata trascurata un po’ la parte artistica del nostro sport e spero che presto si possano riequilibrare i due aspetti.
Cosa manca, a tuo avviso, in Italia affinché sia possibile restare al passo?
J.K.: Sicuramente mancano piste al centro e al sud Italia, ma anche nelle grandi città del nord. Sono certo che ci sono molti ragazzi talentuosi in Italia, ma se non ci sono piste dove potersi allenare è difficile scovarli e farli appassionare per il nostro sport.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi?
J.K.: Spero tanto di poter partecipare ai prossimi campionati europei, visto che quelli della stagione scorsa sono stati annullati. Sicuramente il mio obiettivo è quello di qualificarmi per la finale. Poi vorrei riuscire ad ottenere il punteggio minimo per partecipare ai campionati del mondo.
Il giorno in cui appenderai i pattini al chiodo è ancora lontano, ma hai già cominciato a pensare a cosa farai dopo che sarà arrivato? Cosa farai da grande?
J.K.: Vorrei sicuramente rimanere sui pattini, prima partecipando a spettacoli e show in giro per il mondo e poi vorrei intraprendere una carriera da coreografo. Questo sarebbe il mio grande sogno.
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